Cenacolo

Nel 2019, i materiali legati all’Ultima Cena (sparsi in diversi scatoloni contenenti materiali di tipologia e argomento vari) sono stati isolati e indicizzati, grazie a un progetto promosso dal Museo del Cenacolo, affidato a Silvia Demetri (Architetto, Museo del Cenacolo) e Serena Benelli (PhD candidate, Politecnico di Milano). In quella circostanza è stata effettuata una prima ricognizione della consistenza archivistica custodita in loco, in seguito la vasta documentazione connessa all’Ultima Cena – spesso siglata da Antonietta Gallone con la “L” di Leonardo in bella grafia corsiva – è stata isolata dal resto del fondo lasciato dalla studiosa, rispettandone l’unità e il principio di provenienza dalle scatole in cui è stato rinvenuto. Quest’ordinamento ha portato alla formazione di 20 unità archivistiche (scatole), suddivise in fascicoli, contenenti differenti tipologie di materiali, in forma manoscritta, dattiloscritta e iconografica, su supporto cartaceo e digitale (salvato su CD-ROM e FD) etc., tra cui bozze per relazioni e conferenze, appunti di ricerca, corrispondenza, materiali bibliografici, risultati di analisi, articoli scientifici, fotografie, diapositive, spettri, stratigrafie e campioni di materiale prelevato dal dipinto murale. Ciascun documento archiviato è stato inserito in camicie di carta antiacida corredate dalla segnatura archivistica e la cronologia (quando presente).

Durante la catalogazione del materiale relativo all’Ultima Cena è stato redatto un inventario analitico (che verrà aggiornato con il procedere del lavoro) che illustra tipologie, datazione e quantità dei documenti raccolti.

Fra le tecniche adottate nei vari studi sul Cenacolo sono citati gli esami al microscopio ottico (con diverse sorgenti di illuminazione), al microscopio elettronico a scansione SEM, analisi microchimiche (MCA), stratigrafie micro-spettro-fluorimetriche in UV, analisi per fluorescenza di raggi X (SEM-EDS), analisi per diffrazione di raggi X e prove di colorazione (ST).

Nel 2021 è stato avviato un progetto di ricerca sui campioni dell’Ultima Cena, consistente in primis nella catalogazione e descrizione dei materiali prelevati dal capolavoro vinciano: questi saranno osservati al microscopio ottico, fotografati, indicizzati secondo un lessico convenzionale e una nomenclatura dedicata. Tali campioni si sono conservati, negli anni, in provette vitree, plastiche (talvolta prive di chiusura ermetica), quando non in bustine cartacee, foglietti o contenitori di riciclo, come i porta-rullini: materiali, questi, soggetti a processi di deterioramento nel tempo, nonché fragili e inadeguati ai fini della conservazione del materiale ospitato; un ragionamento sulle modalità di trasferimento dei campioni in nuovi contenitori più idonei è stato affrontato con la consulenza dell’ISPC-CNR.

Parallelamente alla digitalizzazione delle diapositive raffiguranti le sezioni lucide dei campioni, ad oggi è in corso uno studio per correlare la documentazione cartacea e digitale con i materiali di prelievo dell’opera vinciana che si conservano in archivio.

L’obiettivo finale sarà quello di localizzare – dove possibile – i punti di prelievo dei campioni sulla superficie del dipinto murale, valutando l’opportunità di georeferenziazione dei dati, così da renderli fruibili attraverso questa piattaforma digitale agli studiosi e, in particolare, a chi si occupa della conservazione dell’opera vinciana. Sarà fondamentale, a quel punto, confrontare lo stato dell’arte con i risultati di nuove indagini diagnostiche che saranno effettuate su alcuni dei campioni per verificare l’affidabilità dei vecchi campioni conservati negli archivi e la gestione della conoscenza nel tempo.